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IL FUTURO ERA IERI

“Futuro”.

E’ una parola. Breve. Facile da memorizzare: “futuro”.
Ha un significato preciso che non starò a spiegare qua… mica per altro, abbiamo tutti un vocabolario e chiunque stia leggendo fin qua ha fatto ALMENO le elementari.

Però per me, che sono sempre stato fan di storie sulla carta e animate, la parola “futuro” ha mille diversi aspetti ognuno totalmente diverso dagli altri.

Ne ho viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi.

Ho visto Capitan Harlock fare pernacchie al governo sgommando con la sua Arcadia e il dito medio alzato.
Ho visto robottoni combattere ed esplodere in un tripudio di lame galattiche, raffiche di missili e bestemmie in varie lingue spaziali.
Ho visto cyborg sofisticatissimi collegarsi alla rete per andare su YouPorn.
Ho visto autovolanti che comunque quando si schiantavano dovevano fare la constatazione amichevole.
Ho visto razze capaci di costruire navi spaziali avanzatissime che poi si fanno la guerra per motivi che ricordano le diatribe tra contadini di queste parti.

Cyber clochard

E mi dispiace ammettere che quei momenti, sì, andranno perduti nel tempo, soppiantati da qualcosa che non è né carne né pesce, nel nome di una mediocrità diffusa.

Oggi il futuro è l’adesso, nei nostri smartphone che da soli contengono 50 volte quello che era il nostro home computer una decina di anni fa.
Dalla parola “futuro” sono svanite tutte le illusioni e le mistificazioni e quando esce un nuovo colossal sci-fi spesso si rivela essere una trama da romanzo rosa con qualche robot qua e là, probabilmente progettato da Steve Jobs.

Ieri guardavo Blade Runner e vedere Harrison Ford sperduto tra quegli enormi grattacieli,a reclamare un attimo di verità in un mondo confuso, mi faceva quasi compassione.

Oggi Harrison Ford sono io, siamo noi.

Noi che trasecoliamo attraverso bollette e conti, tentando di risolvere problemi quotidiani che si presentano a profusione.
Nel mentre tentiamo di mantenere un immagine perfetta, funzionale a noi e al nostro status sociale.

Dotati della tecnologia più avanzata e incapaci di fare un passo oltre una mentalità diffusa da 50 anni e passa.

Il futuro siamo noi: il sogno bagnato di ogni scrittore cyberpunk mai esistito.

 

 

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